Da quando è nata, la duecentesca torre della gabbia in Mantova sembra abbia servito per prigionieri sin dalla sua costruzione. Certamente almeno da metà del cinquecento in essa venivano rinchiusi malfattori e ladri. Costruita dalla famiglia Acerbi, fu venduta nel 1281 a Pinamonte Bonacolsi. Dopo la decadenza dei Bonacolsi la torre passò in mano ai Gonzaga; fu trascurata a lungo fino a quando fu ristrutturata per essere ricompresa nel sottostante palazzo Guerrieri Gonzaga.
La torre ha acquisito il suo nome attuale quando, nel 1576, il duca Guglielmo Gonzaga fece costruire la grande gabbia in ferro come "carcere all'aperto". Nella gabbia sospesa venivano esposti alla pubblica piazza i condannati che a volte vi rimanevano anche per lungo tempo.
Il 10 gennaio 1526 Francesco II Gonzaga ne fece dono, con il palazzo attiguo, alla famiglia Guerrieri Gonzaga che ne tenne possesso per ben 324 anni. Nel 1850 la proprietà passò infatti al senatore Giuseppe Cadenazzi fino a quando, in occasione di una divisione condominiale, la torre, bisognosa di restauri, fu donata al comune di Mantova che oggi ne sta facendo un punto panoramico da offrire ai cittadini.
L’arrivo dei francesi a Mantova(1) portò, tra le altre novità, anche la volontà da parte dei nuovi arrivati di cancellare la memoria degli antichi oppressori, intendendo con questo termine sia i precedenti periodi asburgico e gonzaghesco che la nobiltà ad essi associata.
Uscì infatti un pubblico avviso che obbligava i Cittadini a disfarsi dalle loro case di ogni stemma ed emblema allusivi alle dominazioni passate ed alle prerogative derivatene.
L’architetto Paolo Pozzo(2) venne incaricato nel 1798 dall’Amministrazione Centrale del Dipartimento del Mincio di costruire un luogo di pena, un “ergastolo”, per il quale aveva bisogno di ferro robusto per le necessarie inferriate da mettere in opera.
Questi pensò bene di chiedere il permesso di usare al riguardo le grosse sbarre in ferro costituenti la gabbia(3) della omonima torre, in quanto il cittadino Girolamo Guerrieri, allora proprietario della stessa, non aveva ancora ottemperato alla rimozione della gabbia, anch’essa divenuta simbolo dell’antica “Tirannia e Feudalità”.
Alla sua richiesta, inviata con lettera il 23 giugno 1798, seguì l’ingiunzione di rimozione della gabbia da parte dell’Amministrazione Centrale il 27 giugno dello stesso anno, cui diede risposta scritta il Cittadino (Marchese) Girolamo Guerrieri.
Nella sua lettera Girolamo Guerrieri ne rivendica la legittima proprietà, ma suo malgrado si rassegna agli ordini superiori e chiede “di avvisare l'Architetto Pozzo, che eseguiti li vostri ordini a vostre spese , facci porre la suddetta Gabbia nell'abitazione del medesimo Cittadino Girolamo Guerrieri, mentre Esso ha appunto occorrenza di servirsi di quel suo Ferro per incassarlo nelle Finestre dei suoi Granari di Castiglione Mantovano(4) per così garantirsi dalle continue ladrerie della Campagna; come pure d'avvertirlo, che nel levarla qualunque danno risulti alli sottoposti Tetti debba risarcirlo; ...”.
Scrive l’architetto Pozzo nella sua del 7 luglio 1798 che quando si recò per rendere esecutiva la rimozione della gabbia, questa era già stata levata in precedenza dal Guerrieri e fatta opportunamente sparire.
Il Guerrieri tenne nascosta la gabbia e finito il governo francese, con il ritorno del governo austriaco, la fece rimontare al suo posto d’origine.
Si riportano in allegato le lettere citate.
Andrea Bellei,
Gennaio 2023
Fonti:
https://it.wikipedia.org/
Bertolotti Antonino (1836-1893) - Prigioni e prigionieri in Mantova dal secolo XIII al XIX – Roma - Mantellate, 1890.
Tesi di laurea di Nicolò Marini: “CORTE ALTA E CORTE CASTELLO NEL PAESAGGIO DI CASTIGLIONE MANTOVANO” – ANNO ACCADEMICO 2008/2009 – Università Degli Studi Di Verona- Facoltà di Lettere e Filosofia – Corso di laurea in scienze dei Beni Culturali – Rel. Prof. Daniela Zumiani.
ASMN, R XIII N°4 – lettera del 28 giugno 1717
Note:
1) 1797 – 1814
2) Paolo Pozzo (Verona, 8 marzo 1741 – Mantova, 18 dicembre 1803) è stato un architetto italiano. Divenuto professore d'architettura nel 1771 presso la "Reale Accademia di scienze e di belle lettere di Mantova", stabilì la sua dimora nella città virgiliana della quale, dal 1772, fu regio architetto intervenendo nelle principali opere architettoniche della città.
3) Scrive il Bortolotti: “essa misura centimetri più o meno, un metro di larghezza, uno e 16 di altezza e due metri di lunghezza”, cfr. Bertolotti Antonino, in fonti, pag. 154.
4) La corte di Castiglione Mantovano fu di proprietà della famiglia Guerrieri Gonzaga dal 16/03/1589, legato notaio Emilio Leoni, al 1818 quando fu venduta a Palazzoli Anselmo.