Data ultima modifica: 25/04/2025
Un’animata disputa tra il Commissario del Comune e il Fattore della corte dei marchesi Guerrieri a Castiglione Mantovano innesca un caso che sembra travalicare l’ordinaria amministrazione del Ducato generando una conseguente inchiesta giudiziaria volta a verificare la sussistenza o meno di possibili risvolti penali.
I fatti:
Lunedì 29 aprile 1686 e il giorno successivo hanno luogo due poco amichevoli incontri tra il Fattore Antonio Bernardi della Corte di Castiglione Mantovano dei marchesi fratelli Bonaventura e Cesare Guerrieri e il Commissario del Comune incaricato della effettuazione degli estimi(1) .
L’attrito tra le parti, che vede coinvolte anche svariate decine di persone in armi con appostamenti sulla porta della corte, sul campanile della chiesa e nella piazza del paese sotto l’olmo, solleva il caso al Senato Ducale di Mantova che indaga con il capitano di Giustizia ed una apposita Commissione per verificare se il fatto sia o meno da considerarsi criminale.
Ne derivano due memoriali di parte ed una relazione finale del Senato, redatta il 7 giugno dello stesso anno.
Da quest’ultima riportiamo le seguenti notizie ricavate dalle varie testimonianze rese.
Testimoni per il Comune: il Commissario Giovanni Giacomo Botti, il Tenente Commissario Santo Soprani(2), Ercole Feltri ed Antonio Bonardi servitore del Commissario.
Testimoni per i fratelli marchesi Bonaventura e Cesare Guerrieri: il Fattore Antonio Bernardi ed il Gastaldo.
Secondo gli uomini del Comune di Castiglione Mantovano, questi, in compagnia di armati, avevano convocato all’osteria di Castiglione Mantovano il Fattore della corte per dare inizio all’estimo, ma il Fattore, reso edotto dell’ordinanza ducale, aveva chiesto loro di soprassedere per alcuni giorni per poter avvisare i marchesi a Mantova. Il Commissario aveva concesso invece un solo giorno di proroga e la mattina successiva si era recato di nuovo con la sua nutrita scorta alla vicina corte, negando anche al Gastaldo la concessione di ulteriori dilazioni.
Ma il paese era pieno di lavoratori e braccianti della corte, armati.
In quell’occasione, secondo il Commissario e alcuni suoi testimoni, il Fattore gli avrebbe riferito che aveva l’ordine di non farli entrare “a viva forza”.
Vista la mala parata, il Commissario e gli altri uomini del Comune decidevano di soprassedere e di recarsi a Pellaloco.
Diversa è la versione della controparte.
Il Commissario nutriva delle amarezze nei confronti dei marchesi Guerrieri; il Commissario era venuto per fare l’estimo con venticinque/ trenta uomini armati, cosa questa mai vista; il Fattore era pronto a dare la nota dell’estimo, come previsto per le corti degli esenti, ma il Commissario voleva procedere lui stesso al censimento dei beni; è vero che c’erano dei lavoratori o braccianti armati, ma questo a causa di una rissa occorsa con i veronesi del Tormine nel giorno di San Marco(3) e da cui si volevano difendere in caso di vendetta; inoltre molta altra gente il 30 aprile era là convenuta in chiesa per gli uffici funebri della Cabrina(4), morta in quel tempo.
Sentite le parti, la Commissione conclude la relazione ritenendo che non è stata riscontrata alcuna criminalità, anche se risulta inusuale e alquanto sconveniente per il Comune andare a prendere le note per fare l’estimo in “tanta truppa massime armata”.
Riporto in allegato la trascrizione della relazione conclusiva del Senato per la consultazione integrale del documento.
Buona lettura!
Andrea Bellei,
aprile 2025
Fonti:
ASMN, A.G. b.n. 3372 - 7 giugno 1686 – R XIII n°5
A.P.C.M. – registro dei morti - Faldone 2
Note:
1) L’estimo determina la base imponibile per le tasse.
2) Nel registro dei morti dell’archivio parrocchiale di Castiglione Mantovano alla data del 29 agosto 1690 vi è la seguente registrazione: “Ferdinandus Foelix Dominicus filius D. Sancti de Soprani locitenentis commissarij huius castri et D. Laura Antonia de Castellis coniugum huius Parochie etatis sue uno mense cum dimidio circiter in eorum domo hoc mane evolavit ad Dominum cuius cadaver sepultum fuit in Coemeterio huius Ecclesie Parochialis Sancte Marie a Nativitate Castrileonis Mantuani. Me Archipresbitero presente. GianBattista Melchior archipresbiter”. A quella data Santo Soprani risulta essere ancora tenente commissario del castello di Castiglione Mantovano.
3) Il 25 aprile è la festa di San Marco, patrono di Venezia e della Serenissima.
4) Nel registro dei morti dell’archivio parrocchiale di Castiglione Mantovano alla data del 26 aprile 1686 vi è la seguente registrazione: “D. Adriana de Locatellis Cabrinis vidua etatis sue annorum quinquaginta duo circiter animam Deo reddidit die vigesima quarta huius acceptis prius sacramentis poenitentie, ac extreme unctionis, cuiusque corpus tumulatum fuit in ecclesia Parochiali Castioni Mantuani. Me Annibale Mathiolo Archipresbitero eiusdem ecclesie presente”. La famiglia Cabrini possedeva terre e stabili a Prestinari e rivestiva sicuramente una certa importanza nel territorio, vista anche la sepoltura diretta in chiesa e non nel locale cimitero riservata alla vedova Adriana Locatelli in Cabrini.