Villa Gobio è lì fin dagli inizi del 1700, con i suoi alti comignoli e con la facciata principale (oggi molto malandata) decorata a stucchi. E’ stato all’inizio il palazzo di campagna della famiglia Fanegota, che risiedeva a Mantova e che aveva terreni nel Comune di Roverbella.
Per sottolineare la bellezza di questa villa basti dire che nel 1713 ospitò l’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick, moglie dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo e futura madre della famosa Maria Teresa.
Nel giugno 1796 anche il generale Napoleone Bonaparte la scelse come residenza e vi fissò il proprio quartier generale, mentre stava cingendo d’assedio Mantova, ancora in mano austriaca.
Ma allora l’attuale piazza Italia non esisteva ancora, perché fino a circa 150 fa in questo spazio c’erano “due casette”, un muro e un “informe portone” che ingombravano “la vista del magnifico palazzo”.
Nell’anno 1816 la famiglia Gobio subentra nella proprietà, grazie al matrimonio della figlia di una Fanegota con Federico Gobio.
Per altri 50 anni non cambia nulla, ma nel 1866 Roverbella, assieme a metà della provincia di Mantova e al Veneto, passa al Regno d’Italia, il cui il confine con l’Impero Austro-Ungarico dal 1859 al 1866 seguiva il Mincio e quindi divideva quasi a metà la provincia di Mantova: la parte verso il Veneto, compresa la città di Mantova, rimase austriaca (parte in rosso della cartina).
Questo confine però durò solo sette anni, perché nel 1866 (III Guerra d’Indipendenza) il Veneto e Mantova, appunto, entrarono anch’essi nel Regno d’Italia.
Nel 1867, in segno di “patriottismo e di esultanza” (come testimonia anche una lapide posta a lato del portone di ingresso al giardino che dà sulla piazza) il nobile Carlo Gobio donò gratuitamente al Comune di Roverbella l’area prospiciente il palazzo di sua proprietà affinché, demolite le case bottega e il muro di recinzione, si creasse uno spazio “in perpetuo conservato ad uso di piazza comunale”.
Questa venne sistemata e acciottolata, e in essa fu eretto un monumento “portante un’antenna in legno a guisa di quelle che abbelliscono la piazza San Marco in Venezia”, con il motivo “che tale opera oltre di tornare di generale vantaggio, deve servire ai posteri per perpetuare la da lung’anni affannosamente attesa liberazione dall’austriaco dominio, e l’annessione politica di questa Provincia alla gran Madre Patria; voto questo di redenzione conseguita che verrà pur espressamente inciso su apposito marmo”.
Si tratta del tuttora esistente basamento del pennone della bandiera, sul quale è scritto: “A Italia redenta. Una. Patrio sospiro di secoli. Il Comune p(ose) 1867”.
Pochi anni dopo, nel 1875, la piazza fu impreziosita dalla costruzione della pregevole fontana in marmo, provvista di pompa idraulica, che è a tutt’oggi visibile e funzionante.
La nuova piazza fu intitolata a Vittorio Emanuele II di Savoia, il re che riuscì a realizzare l’Unità nazionale. Ecco perché ancora tanti roverbellesi la chiamano piazza “Vittoria” invece di “Italia”, nome che le fu dato in seguito.
Piace ricordare che tutto è nato dalla generosità della famiglia Gobio, grazie alla quale si è potuto non solo valorizzare la vista del bel palazzo, ma anche creare uno spazio pubblico che da allora è diventato davvero la “piazza”, che i Roverbellesi sentono come il centro del proprio paese e del proprio Comune.
Giuliano Annibaletti, Settembre 2022.
Fonti: Archivio Storico del Comune di Roverbella, parte antica, b. 392 e 393.