Si riporta, a supporto di quanto sopradetto, parte di una lettera che Carlo Natta, “Di V.A. Ser.ma Humilissimo et fedelelissimo suddito e servitore” scrive, il 29 marzo 1674 al Principe: ”Essendosi V.A. Serenisima compiaciuta di comandarmi ch’io, prese informationi sopra il contenuto nel congionto memoriale delli Huomeni, chiamati li Campagnaroli; debba in voce, et à bocca riferirle quanto ne risulta: mi è parso per trattarsi di cosa grave trà detti Huomeni, et il Comune di Castione, et di essentioni, et ordini Ducali di farne a V. Alt.a la relatione in scritto, acciochè sia meglio dalla somma prudenza sua il tutto considerato. Riferisco dunque humilmente a V.A. che per parte dei sodetti Huomeni Campagnaroli m’è stato fatto vedere un Processo seguito trà essi per una parte, et la Ducale Camera et Comune di Castione per l’altra, sino dell’anno 1602 li 30 Ottobre…… in esecutione del quale havendo preteso detto Comune di far concorrere detti Huomeni al pagamento delle tasse et gravezze, fecereo essi ricorso à V.A. Ser.ma perche gli fossero mantenute le loro essentioni, come era stato osservato per il passato et V.A. ne commise al Senato una Relatione, innanzi al quale Tribunale fù provato, che detta Campagna di Malavicina per natura è sterile, infecunda, et di leggierissimo fondo, onde benche lavorata per cento e più anni, non può rendere frutti sufficienti al vivere dei medesimi lavoratori per tutto l’anno; Et che detti Huomeni, et loro antecessori, invitati dalle essentioni a loro, et per loro discendenti promesse, si partirono da Villafranca Terra Veronese et vennero con le loro famiglie ad attendere alla coltura d’essa Campagna, ch’era in quel tempo affatto inculta, senz’alberi, senza viti, e senza habitationi, vendendo i loro beni del Veronese, e fabbricando Case, et habitationi, con provedere di bestiami, et altre cose necessarie per detta coltura;…….”
Si riporta anche, nel suddetto processo, una lettera registrata il 4 dicembre 1527 e scritta dal Consiglio Marchionale al Commissario di Castion Mant.no, in cui si fa riferimento alla difficile situazione dei lavoratori di Malavicina, “……et che tornando più utile che detti lavoratori restino…….Detto Consilio commette à detto Commissario……..che osservi loro l’essentione, come sono loro state osservate per lo passato, accioché non abbandonino detta Campagna.”
In un altro ricorso al Magistrato, del 3 Giugno 1755, sempre “per essere mantenuti nell’immemorabil possesso di esentione dai Dazj, e dalle Gabelle” si legge che “……per essere detta Campagna così leggiera di fondo, (i soddetti Huomeni) non possono sussistere con il ritratto della medesima, sennon si industriassero a fare delle Fornaci da calcina, a condur Mercanzie da Mantova a Verona e viceversa, e se non andassero ancora a travagliare fuori di detta Campagna, onde non potendosi mantenere sennon malamente, tuttochè tenuti esenti, converrebbe loro abbandonare il Paese, per non poter resistere per ogni poca gravezza de’ suddetti Dazj”.