Data ultima modifica: 29/06/2023
Riportiamo di seguito una interessante ricerca storica svolta anni or sono dal Geom. Ferrari Alberto del Frassino di Mantova sulla nostra chiesa di Pellaloco.
Il dattiloscritto è stato recuperato durante uno dei sopralluoghi da noi svolti presso gli archivi parrocchiali dell’unità pastorale di Roverbella. Probabilmente gli fu commissionato dall’allora parroco Don Roberto Fornari, parroco di Pellaloco dal 1976 al 2004, di cui se ne servì per la redazione dell’opuscolo “PELLALOCO – Un nome … una chiesa … una devozione” che riportiamo in allegato a parte.
In un anno imprecisato degli ultimi decenni del 1400 fu eretta in Pellaloco una chiesa, dedicata a S. Rocco, da un nobile mantovano della famiglia dei Malatesta de Terzi, per comodità sua, della sua famiglia e degli abitanti del luogo.
In quell'epoca Pellaloco faceva parte della parrocchia di Castiglione Mantovano, la cui chiesa, dedicata a S. Maria, era posta entro il castello; la distanza da tale edificio, ed il fatto di non essere questo accessibile per casi urgenti, quale poteva essere la somministrazione dei sacramenti ai moribondi, anche di notte, essendo il castello chiuso, indussero il Malatesta a chiedere al Vescovo di Mantova, Ludovico Gonzaga(1), di consacrare la chiesa di Pellaloco, che lui si impegnava di dotare opportunamente con terreni e rendite in denaro.
Ottenuto il consenso del Rettore di Castiglione Mantovano, Don Pietro Francesco da Bergamo, il Vicario del Vescovo, Don Vincenzo Beccaria da Pavia, diede il nulla osta per la consacrazione della chiesa e concesse al Malatesta, a suoi figli e successori il diritto di giuspatronato.
Questo era quel complesso di privilegi con determinati oneri che competeva ai fondatori di chiese, cappelle e benefici; fra questi privilegi era la presentazione del chierico, che doveva essere investito dall'autorità ecclesiastica del relativo beneficio. Tali decisioni furono ratificate dal notaio Giovanni Matteo Bonadei il giorno 28 Settembre 1505, con un pubblico atto redatto in Pellaloco nella casa del suddetto Malatesta.
Da tale data ha inizio quindi la storia della parrocchia di Pellaloco; i suoi sacerdoti ebbero il titolo di Rettore fino al 1718, data in cui fu aggiunto il titolo di Arciprete, che in seguito prese il sopravvento.
La serie cronologica dei parroci è riportata in calce alle presenti note.
La corte di Pellaloco, che nel 1544 apparteneva ai Gonzaga della linea dominante, nel 1560 era proprietà di Alessandro Gonzaga, fratello del Duca Guglielmo; nel 1636 tale corte, della superficie di biolche mantovane 1086, allora proprietà Locatelli, fu venduta al Marchese Francesco Spolverini dal Verme, nobile veronese; da questi passò al figlio Giacomo e quindi al nipote Giorgio; questi, nel 1708, subentrò al Marchese Vincenzo Maria Carbonelli nel diritto di giuspatronato sulla chiesa di Pellaloco.
Di questa, il primo inventario che ci è pervenuto è del 1718, e chiaramente ci indica come sulla chiesa eretta dal Malatesta pesassero i due e più secoli di vita; riportiamo alcuni brani significativi: "La chiesa tutta disfata, è cadente, et pavimento tutto rovinato, et innabitabile; ... un vaso per il Battistero, che non ha verun seralio, et quello che n'era è tutto in pezzi, et ha per coperto due pezzi di tella grossa; ... un lavello per l'acqua santa tutto rotto, e deforme, et vi è per tener l'aqua benedeta un lavatoio da mano di terra, odioso a chi lo vede; ... et campanile cadente ...; la casa parochiale tutta rotta, è cadente."
Si imponeva dunque una ricostruzione della chiesa, auspicata anche nella visita pastorale del 1721.
Tra gli obblighi del titolare del giuspatronato era anche quello di riedificare la chiesa nel caso fosse rovinata; fu così che nel 1728 il Marchese Giovanni Girolamo Spolverini, succeduto alle zio Giulio nel giuspatronato, eresse a sue spese le chiesa attuale, con l'oratorio e la sagrestia.
I lavori erano già terminati il 9 dicembre 1728(2), giorno in cui fu redatto un inventario da Don Aurelio Tabaglia Cocconi, Rettore ed Arciprete dal 9 dicembre 1726.
Cosi egli descrive le opere eseguite:
"... (la chiesa) da fondamenti edificata a volto, con coro pure a volto, e sacristia dissi a volto, con il Battistero pure a solaro, che non v'era, et una camera di dietro all'Altare pure a solaro per gli confratelli del S.S. Rosario, ... L'Altar maggiore è di marmo con Tabernacolo pure di marmo, e portelle laterali simili, e sopra le medesime vi sono due statue di legno quali rappresentano S. Rocco e S. Sebastiano, ... L'Altare della B.V. posto a destra; la menza con gradini, e parapetti tutti di marmo con la Pala una immagine della B.V. con il Bambino, che rappresenta il S.S. Rosario; L’Altare di S. Anna posto a sinistra nell’entrare in chiesa, et ha la sua pala con l'immagine dell'Immacolata Concezione, et S. Anna, et S. Gioachino ...”.
Un successivo inventario del 1762 redatto dal parroco D. Paolo Chitotti, oltre a darci le misure dell’edificio sacro, ci informa che una delle campane era stata fusa in Verona da Lucio de Rossi nel 1733(3) e che l'orologio con mostra posto sul campanile era stato costruito nel 1753.
Si ha notizia che il giuspatronato, ancora degli Spolverini nel 1789, nel 1855 spettava alla Contessa Vittoria Betti Murari Bra.
Lo stemma degli Spolverini, uno scudo bianco con sopra due fasce tinte di azzurro, campeggia ancora sulle chiavi di volta degli archi che delimitano l'ingresso a torre della corte di Pellaloco.
Gli abitanti di Pellaloco nel 1713 erano 175, in un anno imprecisato dal 1718 al 1726 erano 226, nel 1780 erano 231, e nel 1790 erano 235, così suddivisi:
n° 31 Fanciulli, che non fanno la Communione
n° 37 Fanciulle, che parimenti non fanno la Communione
n° 71 Giovani, e giovane non ammogliate
n° 94 Uomini, e donne maritate
n° 2 Preti
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Serie cronologica
…….
1544 D. Giovanni Maria De Crescimbeni
……
1600 - 1656 D. Tommaso Vertuani
1657 - 1663 D. Simone Accorsini
1663 – 1708 D. Isidoro de Panceris
1708 – 1717 D. Anteo Cristoforo Fantuzzi
1718 – 1726 D. Carlo Tabaglia
1726 – 1748 D. Aurelio Cocconi Tabaglia
1748 – 1757 D. Lorenzo Farina
1757 – 1771 D. Paolo Chitotti
1772 – 1779 D. Giuseppe Panizza
1779 – 1785 D. Gaspare Franchi
1785 – 1789 Parrocchia vacante
1789 – 1796 D. Bartolomeo Candrina
1796 – 1804 D. Francesco Castiglioni
1804 – 1807 D. Giacomo Manzini
1807 – 1820 D. Battista Gasparini
1820 – 1823 D. Pietro Predan
1823 – 1842 D. Antonio Zucchini
1842 – 1846 D. Antonio Ghio
1846 – 1850 D. Antonio Galvani
1850 – 1855 D. Luigi Cavalieri
1855 – 1861 D. Giuseppe Marchini
1861 – 1872 D. Rodolfo Feletti
1872 – 1883 D. Giovanni Pastorelli
1883 – 1895 D. Antonio Maganzini
1895 – 1899 Parrocchia vacante
1899 – 1905 D. Vincenzo Bernaroli
1905 – 1922 D. Massimo Paganelli
1922 – 1929 D. Giuseppe Viviani
1929 – 1961 D. Rodolfo Ridolfi
1962 – 1975 Mons. Mario Ghirardi
1976 - D. Roberto Fornari
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Le notizie riportate nelle note di cui sopra sono state desunte da documenti conservati nell'Archivio Storico Diocesano di Mantova, fondo Curia Vescovile, serie Miscellanea e serie Benefici, buste Pellaloco, nell'Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, busta 401, e Documenti D'Arco, Famiglie Mantovane, volume VII, pagina 61, e dall'Elenco dei Reverendi Parroci della Parrocchia di Pellaloco, esistente nella sagrestia della chiesa suddetta, elenco corretto ed integrato in alcuni punti in base ai documenti consultati negli Archivi di cui sopra.
Geom. Ferrari Alberto – Frassino (Mn)
Integriamo la relazione con una sequenza di mappe cartografiche riguardanti il paese di Pellaloco.
Buona visione!
Andrea Bellei,
giugno 2023
Fonti:
Archivio parrocchiale di Pellaloco
Note:
1) Ludovico Gonzaga, tra gli altri titoli, fu vescovo di Mantova dal 27 ottobre 1483 al 19 gennaio1511.
2) La nuova chiesa venne inaugurata il 17/05/1728 dal parroco D. Aurelio Tabaglia Cocconi con il beneplacito del Vescovo di Mantova Antonio da Bagno.
3) Una precedente campana grande, fatta nel 1727, detta S. Rocco, Anna, Maria ed Eurosia, si ruppe entro un anno dalla posa. Le campane furono realizzate a nuovo nel 1784 e queste durarono sino al 1887, quando furono rifuse e, con l’aggiunta di altro bronzo, vennero prodotte tre nuove campane ed un campanello dalla ditta Cavadini di Verona, come risulta da una nota di Don Rodolfo Ridolfi del 07 marzo 1941 al Podestà di Roverbella.