Data ultima modifica: 09/12/2023
Le grandi corti agricole del nostro territorio, come del resto tutte le grandi corti dell' area Nord orientale del mantovano, sono state fin dalla loro nascita (metà del XVII sec. ca.) strutture produttive complete ed autosufficienti. Al loro interno ha, via via, trovato attuazione un progetto produttivo articolato su diversi piani, capace di autoalimentarsi per circa 200 anni, grazie all'armonico adattamento delle loro strutture all'ambiente naturale e sociale che le conteneva e alla simbiosi tra ciclo della vita vegetale-animale e ciclo della vita umana. La più importante delle corti del territorio roverbellese è stata, senza dubbio, Corte Grande di Canedole che, sorta nella metà dell'800 su preesistenze molto più antiche, ingloba nel suo modulo tradizionale, tutti gli elementi che caratterizzano la tipica Corte mantovana: abitazione padronale, case degli addetti ai lavori agricoli e alle attività collaterali, grandi rustici porticati, attrezzature di servizio; il tutto attorno ad un medesimo grande spazio, costituito, in questo caso, da un'enorme aia.
Per meglio comprendere cosa rappresentasse questa corte alla fine del XIX sec. si riportano parti di un lungo articolo apparso sulla "Sentinella" di Brescia e pubblicato dalla Gazzetta di Mantova il 22 Ottobre 1886 (riportato in allegato):
"... La fama di cui gode questa Corte, ci ha invogliati a visitarla. Partiti da Brescia colla prima corsa della guidovia Mantova Ostiglia, arrivammo verso le 9 ant. a Marmirolo...; in carrozza ci avviammo verso Corte di Canedole, percorrendo sempre strade che paiono viali, tanta è la cura con cui sono mantenute.... Solo da circa 10 anni il Barone Raimondo Franchetti, veneziano, ha acquistato il latifondo di Canedole e l'annesso villaggio omonimo, facente parte del Comune di Roverbella: e non fu il solo acquisto, poichè egli andò man mano comprando altre tenute lunghesso la strada da noi percorsa, e tra le altre i cascinali della Morona e Prestinara….
La Corte di Canedole è isolata dal villaggio; è circondata da larghi fossati nei quali scorre limpida acqua, e tutto all'intorno girano stupendi viali con maestosi platani. Costituisce proprio la Corte una serie di grandi fabbricati disposti intorno ad un'aia che ha la bellezza d'una superficie di più di 15000 metri quadrati. I porticati a doppio volto, le stalle, i fienili, i magazzini sono tutti di proporzioni colossali. I granai sono sovrapposti ai porticati e di una capacità quale esige la produzione della tenuta... Di fronte al grande cancello d'entrata si eleva una elegante palazzina ove spesso viene a dimorare il proprietario, di fianco le abitazioni degli impiegati (la cucina del padrone fornisce il desco a tutti gli impiegati ed alla gente di servizio). Il villaggio è tutto di proprietà del Barone, ma nessuno paga l'affitto, nè il Parroco nè i maestri, perchè tutti dipendono da lui, ed è lui che ha istituito il giardino d'infanzia (la maestra d'asilo percepisce dalla cassa particolare L.700 annue, più lume, legna ed alloggio), che dà gli alimenti ai 60 bambini che vi si raccolgono. Ma non basta; egli il munifico signore, ogni giorno manda a prendere e fa condurre a casa con un piccolo omnibus, costruito appositamente per i bambini...
Torniamo alla Corte; essa è come il quartier generale delle varie aziende agricole che il Barone possiede nel mantovano... A Canedole risiedono un agente generale, un ragioniere, un cassiere, un segretario e un agente tecnico agricolo. Vengono poi numerosi salariati quali esige un latifondo di 2000 ettari. Oltre agli agricoltori, nella Corte hanno le loro officine vari artigiani, cioè meccanici, fabbri-ferrai, maniscalco, sellai, falegnami, muratori ecc ecc. Tutta questa gente si reca alle occupazioni, al desco od al riposo, al segnale di una campana. Le guardie campestri, che funzionano anche da vigili notturni nell'interno della Corte, ... ricordano la loro presenza… con acutissimo sibilo mercé apposito fischietto…. Al tempo dei lavori straordinari della mietitura o della mondatura e mietitura del riso, trovano occupazione in Canedole dalle 700 alle 800 persone. Gli impiegati vengono pagati dal cassiere ogni mese; i salariati ogni sabato. Settimanalmente in media occorrono dalle 2000 alle 15000 L. secondo la stagione dei minori o maggiori lavori. Gli stessi medici condotti di Roverbella godono di un sussidio di L.500 annue cadauno, pagate dal Barone, in ricompensa delle visite che fanno ai suoi dipendenti, quantunque ne abbiano obbligo; ... La ruota agraria è al quarto; i cereali e prati artificiali si succedono. Vi sono inoltre le praterie stabili e le marcite; la parte asciutta viene coltivata a viti e a gelsi, alternandosi la coltura in grano e maiz negli spazi liberi. La produzione di cereali si fa ammontare a q.li 14000 di risone ed a 10000 di frumento, avena e maiz; (È un bel colpo d'occhio quello che si gode stando al cancello d'entrata, poichè 80 “palatori" puliscono il riso sulla grande aia, che ne contiene, per la stagionatura, 500 q.li) il prodotto del fieno è di 14000 q.li escluso il trifoglio e li altri mangimi magri. L'uva è rappresentata da una quantità che si avvicina agli 8000 q.li; i bozzoli entrano pure nella produzione della parte asciutta del latifondo…. Sonvi 480 buoi da lavoro; 100 manzetti; 80 cavalli e 12 mule superbamente belle, oltre i cavalli di lusso che rimangono sempre in luogo a disposizione del padrone e i cavalli della razza, il solo bestiame da lavoro raggiunge il numero di 672 capi…… Le macchine agricole sono poste in movimento dall'acqua e dal vapore. Una colossale locomobile Hovard serve per le arature agostane mediante sei vomeri mossi dalla trazione del vapore con funi metalliche e relativi congegni….. La trebbiatura del grano, del riso, la sgranatura del maiz, la segatura delle legne da ardere e d'opera, nonchè la macinatura dello zolfo, funzionano per l'impulso di ruote idrauliche: in caso di guasti si sostituisce una motrice a vapore….. Ovunque sui fabbricati è scritto: Divieto di fumare; ai trasgressori….. ammonizione o multa, prima, poi al recidivo l'inesorabile licenziamento…… Una sola cosa non è dato a vedere ed è la razza dei cavalli. Come gli Harem dei Sultani, così a Canedole la razza dei nobili animali non è accessibile….. Come ornamento alla palazzina padronale si ammira vicino ad essa uno stupendo frutteto nel cui interno si nota uno spazio circolare che serve da ippodromo…..
Dalle impressioni ricevute da questa nostra visita e dalle considerazioni fatte si può concludere: …. che il Barone s'impone di vivere molta parte dell'anno in Canedole, tra i suoi dipendenti, lavorando al loro benessere, facendo di essi quasi una famiglia governata con disciplina sì, ma con mano benevola;
….. Labor honor è il motto che circonda la cifra F con cui forma lo stemma sopra il quale sorge la corona baronale. Di questo motto il Barone Franchetti ha fatto la norma della sua condotta, e bene sta alla fattoria di Canedole, che lo mostra tradotto in atto".
Di certo il XX secolo ha profondamente trasformato la vita di Canedole e dei canedolesi.
Qualcuno sostiene in meglio, altri in peggio. La lettura di quest'articolo può dare opportuni spunti di discussione in merito.
Adriano Bellei
n.b.: l'approfondimento sottostante riporta all'albero genealogico della famiglia Franchetti.