IL CASTELLO DI CASTIGLIONE MANTOVANO

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BELLEI ADRIANO
20/3/2022

IL CASTELLO DI CASTIGLIONE MANTOVANO

Nato come Castello nel 1229 sulle fondamenta dell'antico "Castrum" romano, quale mezzo di sorveglianza e di sbarramento di una delle vie d'accesso alla città di Mantova, il Castello di Castiglione M.no vide svolgersi sotto le sue mura e nei suoi dintorni i più accaniti combattimenti di quell'epoca inquieta.

Nel XIV sec., specie per opera di Ludovico Gonzaga, viene rafforzato contro gli assalti di Bernabò Visconti; in particolare si scavano fossati, si rialzano muri sbrecciati, si attrezza il ponte levatoio con nuovi assiti e bolzoni.

Nel 1468 il Marchese Ludovico II, quale segno di nuovi tempi di pace, sostituisce il vecchio ponte levatoio con uno di pietra, integrando così il borgo, che sorgeva verso Ovest, con il Castello.

Nel 1483, per apprestare difese idonee contro Venezia, in guerra con Ferrara alleata di Mantova, l'architetto Luca Fancelli attrezza con merli e mantelletti i fortilizi del confine veronese, tra cui anche quello di Castiglione M.no, colma d'acqua i fossati e inonda artificialmente le zone circostanti il Castello. Da questo momento in poi il Castello di Castiglione M.no funzionerà più da luogo di avvistamento verso il veronese che da vero fortilizio armato di artiglieria.

Verso la metà del '500, sotto il ducato di Federico II, perde anche la sua prerogativa di punto di avvistamento, visto che "si svolgevano lavori di manutenzione solo ai ponti e alle fosse".

Nel 1630, assieme a Mantova, anche Castiglione viene abbandonato al saccheggio ad opera dei Lanzichenecchi e fin dalla metà del '700 esso viene annoverato come fortilizio decisamente "dirupato o in ruina".

Nonostante ciò, dopo il 1707, con l'inizio della dominazione austriaca, il Castello di Castiglione M.no non viene abbattuto, come avvenne per molti altri per usarne le pietre per la ristrutturazione dell'unica fortezza rimasta, la cittadella di Porto, elemento chiave del Quadrilatero austriaco.

Esso, se pur degradato al ruolo di corte rurale con abitazioni, stalle e legnaie, rimase simbolo e memoria storica.

Del grande Castello restano, sotto tutela governativa, le torri, i fortini di vedetta ormai nascosti da fitta vegetazione, le mura sbrecciate qua e là.

Ora le due torri spiano l'orizzonte senza più fremiti, intente a contare gli anni che passano, osservando mestamente il loro progressivo, ineluttabile deterioramento dovuto all'ingiuria del tempo, all'indifferenza e all'incuria degli uomini. Eppure basterebbe un intervento, anche di modesta entità, per conservare all'ammirazione e alla curiosità dei posteri, almeno la torre d'entrata che svetta ancora quasi integra specchiandosi in una Molinèlla sonnolenta.

È  dovere della Comunità roverbellese prima e mantovana poi adoperarsi perché chi di dovere prenda gli opportuni provvedimenti di recupero e di salvaguardia, al fine di poter consegnare alle generazioni future un patrimonio storico-monumentale dell'importanza del Castello di Castiglione Mantovano.

Autore: BELLEI Adriano
Redattore: DORIA Gianmarco

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