CANEDOLE SI, MA QUALE CANEDOLE?

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BELLEI ANDREA
25/4/2023
Le fonti scritte più antiche della nostra storia medioevale si possono trovare nei diplomi imperiali che via via nel tempo sono stati stilati per definire o rinnovare beni, possessioni e privilegi tra l’Impero e i rispettivi destinatari richiedenti. Tali diplomi venivano aggiornati con modifiche ed integrazioni al succedersi degli imperatori sul trono del Sacro Romano Impero.
Se poco resta di scritto dei periodi più antichi, riguardanti il territorio mantovano ci sono pervenuti manoscritti del X secolo e successivi, originali delle controparti o copie di epoche posteriori, che costituiscono un corpo cospicuo di documenti che sono stati identificati, tradotti e pubblicati a più riprese già dal XIX secolo e oggetto di studio dal secolo seguente.
Tra le informazioni che questi diplomi ci restituiscono, oltre ai personaggi stipulanti ed ai vari privilegi concessi, appaiono anche i toponimi delle località interessate.
In particolare due diplomi citano Canedole.
Il primo è un privilegio ottoniano del 01 ottobre 997.
In tale diploma l’Imperatore Ottone III, tra le altre concessioni (ovvero in favore della curia vescovile mantovana cui cede benefici, donazioni, diritti, etc.), dichiara quali castelli siano di giurisdizione vescovile, e perciò esenti da ogni potestà, salvo la protezione imperiale: Bagnolo, Mulinello, Nuvolato, Perarolo, Canedole e Sermide.
Il secondo diploma è del 31 marzo 1037(1). L'imperatore Corrado II, che soggiornava a Canedole(2), viene pregato dal vescovo Itolfo(3) di confermare i privilegi ottenuti dagli imperatori precedenti.
Nel documento vi è l’elenco delle pievi, trentacinque, di pertinenza dell’episcopio, fra cui anche la "plebem de Castellione Mantuano”:
“.. confirmamus Mantuano episcopatui omnes res [...], cum domibus et plebibus, cum plebe Mantuane civitatis, cum plebe Sasselli que est in Porto, plebem de Suave, plebem Mauri, plebem Sancti Metro, plebem de Octavo, plebem de Riverso, plebem de Gudi, plebem de Volta, plebem de Bonago, plebem de Cavriana, plebem de Calzago, plebem de Gusfenago, plebem in capite Tartari, plebem de Marcareia, plebem de Ludolo que est in Scurzariolo, plebem de Turriselle, plebem de Saviuna, plebem de Castellione Mantuano, plebem de Bonefitio, plebem de Bigarello, plebem Sancti Georgii, plebem de Ponterioli, plebem de Burbasio, plebem de Carizidolo, plebem Sancti Cassiani, plebem Sancti Martini in Casale Burbati, plebem Sancti Laurentii in Casale, plebem de Gubernule, plebem de Septingenti, plebem de Sermete, plebem de Sancta Maria, plebem de Bangiolo itemque plebem in Flumine novo, plebem de Petule, cum terris cultis et incultis, cum silvis et venationibus, decimis atque capellis [...]"(4)
ASDM - Mensa Vescovile, Pergamene b.1, n. 4 - Diploma di Corrado II, 31 marzo 1037 (in G. Gardoni)
Anche in tale diploma vi è il riconoscimento dei centri fortificati appartenenti al vescovado:
Bagnolo (San Vito), Nuvolato (frazione di Quistello), Parerolo (frazione di Quingentole), Canedole e Sermide(5).
Arriviamo ora al punto riguardante Canedole.
Già lo storico archivista Torelli, in una nota a piè pagina circa il luogo di Canidule(6) citato in un documento copia dell’atto in questione, rimandava alla nota introduttiva del corrispondente documento pubblicato nel 1909 dallo storico Theodor von Sickel al riguardo(7).
Quest’ultimo, nell’introduzione, scartava l’ipotesi di riconoscere in Canedole la nostra frazione del comune di Roverbella, né tantomeno la frazione Cannetolo del comune di Fontanellato e quella di Canetolo nel comune di Corniglio, in provincia di Parma, tutte troppo lontane dal fiume Po.
Per contro proponeva più realistico identificare Canedole con Canitulum, località non più esistente o così denominata appartenuta all’abate di Nonantola a sud di Ostiglia direttamente su Po e documentata in un documento del 1172(8): Corrado II potrebbe averla visitata il 31 marzo del 1037 durante il tragitto da Pavia via Piacenza a Ravenna, dove vi celebrò la Pasqua il 10 aprile dello stesso anno.
Oggi possiamo affermare che quella supposizione è confermata:
la località citata nei due diplomi imperiali del 997 e del 1037 identifica una contrada di Borgofranco sul Po chiamata Canedole.
Infatti tra gli atti registrati dal notaio Pietro della Scalona(9) circa l’acquisto di possedimenti e giurisdizioni feudali tra il Marchese di Mantova e il Vescovo di Mantova, si cita più volte presso Borgofranco sia la presenza di un castello con terraglio, sia una località denominata “contrada Caneduli penes aggerem Padi”, ovvero “contrada di Canedole vicino all’argine del Po”.
ASMN A.G. b.n. 249 libro 33 - particolare
La sua posizione geografica si trova nella giusta sequenza spaziale da ovest ad est lungo il corso del fiume Po, rispecchiando la sequenza con cui i cinque castelli sono stati enunciati nei due diplomi.
1: Bagnolo San Vito, 2: Nuvolato; 3: Parerolo; 4: Borgofranco sul Po; 5: Sermide
Resta comunque l’importanza del secondo documento per la storia locale di Roverbella in quanto in esso vi è testimoniata per la prima volta l’esistenza a Castiglione Mantovano di una pieve alle dipendenze dell’episcopio mantovano.

Andrea Bellei,

aprile 2023

Fonti:

ASMN A.G. b.n. 249 libro 33 – Pecie terrarum et iurisdictiones feudales quas ill. et ex. dominus noster dominus Marchione Mantue recognoscit ab Episcopatu Mantue prout constat in Instrumento rogatum per Petrum de la Scaloria sub die (1445-1450).

Sickel Theodor von - Conradi II, diplomata, in “Monumenta Germaniae Historica”, Diplomata, ed. Bressalau III, Hannoverae et Lipsiae – 1909.

Giuseppe Gardoni - "Vescovi e città a Mantova dall’età carolingia al secolo XI" [A stampa in: “Le origini della diocesi di Mantova e le sedi episcopali dell'Italia settentrionale (IV-XI secolo)”, a cura di Giancarlo Andenna, Gian Pietro Brogiolo, Renata Salvarani, Trieste, Editreg, 2006 (Antichità altoadriatiche, LXIII), pp. 183-246 - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.biblioteca.retimedievali.it].

Pietro Torelli – “Regesto mantovano. Le carte degli archivi Gonzaga e di stato in Mantova e dei monasteri mantovani soppressi (Archivio di stato in Milano)” Volume I - Roma - ERMANNO LOESCHER & C - 1914.

Note:

1) La pergamena originale è custodita presso l’Archivio Storico Diocesano di Mantova.

2) Rif. Sickel Theodor von, doc.n.235: “.. Actum in Canidole iuxta flumen Padi ..”, ovvero “Fatto a Canedole presso il fiume Po”.

3) Vescovo di Mantova dal 1007 al 1037. All’attività del vescovo Itolfo si deve ricondurre l’erezione del monastero di Sant’Andrea nel suburbio di Mantova: sebbene non si conosca un atto di fondazione, si ritiene che la nascita dell’ente monastico sia da collocare nell’anno 1037. Fu lo stesso vescovo Itolfo a dotare ampiamente il nuovo monastero donando terre e chiese; mentre un altro vescovo di Mantova, Eliseo, concederà nel 1057 le decime di Castiglione Mantovano.

4) Rif. Sickel Theodor von, doc. n.235, pp. 320-322.

5) Rif. Sickel Theodor von, doc. n.235:“.. Baniolo, Novulario, Pirariolo, Canedulo, Sermete..”.

6) Rif. Torelli, doc. 59 pag.44.

7) Rif. Sickel Theodor von, doc. n.235.

8) Frizzi, “Memorie di Ferrara vol.2”, 253 – Ferrara – 1848.

9) ASMN A.G. b.n. 249 libro 33 (anni 1445 – 1450).

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